sabato, novembre 29

Educazione sessuale e sentimentale a scuola







Sono un cittadino convinto che l' educazione sessuale e sentimentale nelle scuole sia necessaria perché porterebbe diversi benefici, darebbe delle direttive, insegnerebbe i giusti comportamenti in un rapporto di coppia che diminuirebbe i casi di violenza, senza dimenticare che informare preverrebbe grazie ad uno stato più consapevole diversi abusi.

In fondo coloro che si oppongono si fanno forti della libertà educativa del fanciullo, modo elegante e moderno per dire  che non vogliono trattare certi argomenti per convinzioni religiose (posizione rispettabilissima ma che ad orecchie più laiche suona come vetusto e muffoso) oppure pe la paura che parlandone si incuriosirebbe e si spingerebbe ad avere rapporti. Mettetevi l'anima in pace tanto accadrà comunque, che ne sentano parlare o meno, l' umanità è portata ad avere l'impulso preocreativo, per cui è inutile.

C'è una terza categoria che si frappone tra l'educazione e la fumosa ignoranza, il pedofilo. Ebbene sì, il malato pedofilo facendo leva sulla curiosità legittima e la mancanza di conoscienza sia parziale che totale del fenomeno può più facilmente circuire per arrivare ai propri scopi.

Alcuni leggendo quanto dico potrebbero sentirsi offesi o trovare il mio ragionamento forviante, considerando che invece è proprio la comunicazione che spinge a nuove esperienze e nuoce alla sicurezza, peccato però che sia salito alle cronache che in un gruppo di cittadini era presente un pedofilo contrario all' insegnamento sessuale nelle scuole.

In breve i promotori dell 'iniziativa "no educazione sessuale nelle scuole" in terra Svizzera, ed uso il virgolettato per brevità, si sono trovati a dover sospendere una raccolta di firme perché uno dei promotori era un noto soggetto condannato per atti sessuali su minori.


Questo mette a tacere molte voci discordanti con quanto da me assunto.

Il dibattito sull' introduzione dell' educazione sessuale nelle scuole risale al secolo scorso, presentato da Bini Giorgio del Partito Comunista nel 75, fino all' ultima proposta targata  SEL del 2013 inserita  nel provvedimento contro il femminicidio che è andato deserto. Fortemente osteggiata dall Chiesa che ne ha parlato a più riprese fino all' ultimo intervento del Cardinal Bagnasco nell' Aprile 2014 contro i tre opuscoli messi a punto dall' Unar, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Raziali, all' interno di tre percorsi per dirigenti, insegnanti ed alunni focalizzati sul tema LGBT( Lesbiche, Gay; Bisessuali e Trans) e delle varie forme di discriminazione e bullismo.

Ovviamente prima vengono bloccati gli opuscoli e nel Decreto 104/2013 al comma 1 dell' arcolo 16 scompare l' obbligo per i docenti dei corsi di formazione e aggiormento per avere delle competenze specifiche: " all' educazione all' affettività, al rispetto delle diversità e delle pari opportunità di genere e al superamento degli stereotipi...".

Peccato che secondo un' indagine della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia il 64% degli studenti vorrebbero l' educazione sessuale a scuola, e due terzi di coloro che contraggono malattie sessualmente trasmissibili sono nella forbice di età tra i 15 e i 24 anni.

Eppure tutto tace, anche se come sostiene Mezzalama Chiara, psicoterapeuta dell' infanzia intervistata tempo addietro su Repubblica:" può aiutare a mettere insieme il corpo e le emozioni, portare alla conoscenza di sé, ma ci vorrebbero luoghi, scuole, consultori, invece manca tutto".

Siamo proprio un bel Paese, con questo chiudo e lascio ad ognuno le dovute conclusioni.



4 commenti:

  1. Anonimo16:10

    Sarebbe un'utile iniziativa, arginerebbe molta dell'ignoranza dilagante, molti dei pregiudizi che ancora risiedono nelle persone e aprirebbe le menti!! Ma come detto nell'articolo sono necessari docenti preparati e soprattutto una società aperta al dialogo.
    Ma mi rendo conto che poter arrivare in Italia ad un traguardo del genere sia una cosa molto complicata!! Quando ancora tutti lo fanno, ma nessuno ne parla ed è piuttosto arginato dietro ad una cortina di "omertà sessuale" se così vogliamo definirla.
    Argomento che porta a lunghe digressioni questo....

    Dalia

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    1. Almeno se ne parla, di proporlo dico, significa che qualcosa si muove, mentre una trentina di anni fa già il solo discuterne era impossibile. La società attorno al nostro Paese cambia ed influenza di conseguenza.

      Argomento che sì meriterebbe più spazio.

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  2. Anonimo16:04

    Concordo con quanto scrivi. Fortunatamente, nella mia scuola ci sono state nel corso del tempo iniziative mirate ad una corretta educazione sessuale, ma guardandomi in giro mi rendo conto che, tra i giovani, gli stereotipi sono ancora molti e anche una impostazione dei rapporti non corretta è ancora presente.

    Non capisco e non ho mai capito l'obiezione di chi dice che "per ragioni religiose" non bisogna parlare di sesso a scuola. Se non viene fatto a scuola, il ragazzo scoprirà il sesso in un altro modo, prenderà informazioni in altri luoghi ottenendo spesso informazioni sbagliate. Quindi meglio che riceva informazioni in modo corretto, se si fa finta che le informazioni o si ottengono a scuola o non si ottengono secondo me si è ipocriti e basta.

    Un saluto e complimenti per il blog.

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  3. @Master Khorakhane: parte della questione sta nel fatto che non essendo informati con la consapevolezza genitoriale ci si illude che la prole non sappia, non è per alcuni la conoscenza in se ma la successiva consapevolezza che i figli sono altro da noi e sono cresciuti. Spaventa molti, religiosi e atei.
    Grazie per i complimenti.

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