martedì, agosto 26

L' uomo impossibile



l'evento che vado a riportare è ormai passato da più di un anno, nonostante abbia postato altro o fossi intermittentemente convinto che non fosse così interessante da leggere, alla fine mi sono deciso, si scrive da solo.


Partiamo da un piccolo preambolo, esistono nel mondo dello spettacolo quelli che io chiamo "le stelle del sottobosco" ovvero i personaggi comici che non hanno mai avuto una ribalta nazionale ma che vivono  di spettacolo pur non calcando le scene da diverso tempo. Fanno da "promotori" a nuove scoperte, aprono agenzie e locali dove altri si esibiscono, vantano fotografie con vecchie glorie passate, preferibilmente in bianco e nero, pareti piene di Gigi Proietti e Pierini che ammiccano, targhe di premi e coccarde sotto forma di biglietti di spettacoli presentati a Roma, Milano, Civitavecchia...Di grande successo, anche se il teatro era piccolo e molto poco pubblicizzato, il cui capro espiatorio è sempre l'organizzatore.

Non che non fossero bravi, anzi, è che la comicità è un fatto geografico, alcuni sono molto legati ai luoghi di provenienza e non riescono a spostarsi verso il grande pubblico, altri hanno un repertorio ormai invecchiato all'apice del successo e non riescono a rinnovarlo, altri capiscono che è più comodo stare dietro, intorno, sotto al palco che sopra. Altri ancora si stancano di girare e diventano stanziali.

Sono sempre pieni di vecchi aneddoti, quando non erano gli uffici culturali del Comune o della Provincia a pagarti parte del compenso ma i proventi venivano dai biglietti, quando calcavi le scene e non bastavano cinque minuti a Zelig per far aumentare le entrate, quando si sono persi in una stradina Umbra e mica esisteva il cellulare ma intanto per non perdere tempo si scopava quella donna di spettacolo poi diventata famosa o presenza più o meno utile che ti ha aiutato ad organizzare spettacoli.

Prendete il tutto e inseritelo dentro il corpo di un uomo, sulla settantina, senza collo, dalla voce grossa e le mani come remi da canotto, di nome Rinaldo (nome inventato ma mica tanto) accompagnato dalla moglie, vestito a fiori e testa a molla pronta a dire sì ad ogni affermazione  del consorte.

Di preambolo in preambolo quando organizzi qualcosa e casualmente certi personaggi ti chiamano, per mantenere un rapporto di "buon vicinato" con le associazioni che si occupano di spettacoli, come quella di cui faccio parte, un posticino, defilato, a destra o sinistra si trova sempre.

Lasciata la sua mercedes fine anni ottanta bianca da pappone tra due parcheggi per invalidi o su stradina privata, messe ad uopo per farlo camminare il memo possibile, anche se non necessita di cartellino invalidi, questa volta decide di piazzarsi, defilato sì, ma in prima fila.



Posti riservati alle autorità varie ed eventuali e giornalisti radiofonici e cartacei.

Dopo cinque minuti che Rinaldo e consorte piazza il culo sulla sedia ecco arrivare qualcuno dell' ufficio Cultura e Permessi Caccia e Pesca che ricorda tra svolazzi di bianco del vestito un Corvo in Bianco:

Corvo in Bianco- Questi posti sono risevati

Rinaldo- Mia moglie è incinta, deve stare comoda.

Data l'età della consorte e la sicurezza con cui proferisce l'affermazione Corvo in Bianco si gira e si allontana letteralmente a bocca aperta per lo stupore, tornando poco dopo quasi con il passo dell 'oca, le mani sui fianchi e le ciglia, bianche anche esse, aggrottate per avere un cipiglio minaccioso:

Corvo in Bianco- Mi scusi se insisto ma come detto questi posti sono riservati, dovrebbe posizionarsi dietro.

Rinaldo- Mia moglie è incinta, deve stare comoda

Corvo in Bianco- (allargando le braccia) Ma non è possibile! Non può rimanere incinta. Lei mi prende in giro.

Rinaldo- Senti (alzandosi in piedi) mia figlia ha una gravidanza difficile, mia moglie è molto preoccupata, è come se fosse incinta anche lei, una gravidanza isterica, ecco.

Mentre la moglie fissa come una salma Rinaldo viene cortesemente accompagnato all'uscita, con la promessa che mai più troverà posto agli eventi organizzati con il Comune.

 Io in verità, dentro di me, avrei voluto applaudire, perché quello è un colpo di teatro, da vecchio leone che calca le scene, convinto lui per primo di quello che dice.

La traslazione della puerpera, roba che succede ogni duemila anni.


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