venerdì, novembre 23

safe word

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Ammetto che questo post avrebbe dovuto essere presente prima nel mio blog ma c’è un motivo preciso per cui ho atteso tanto, ho voluto inserire prima aspetti diversi che riguardavano il lato filosofico, per poi spostarmi sia sulla parte tecnica che concettuale.

La safeword è quella parola di sicurezza che la o lo slave usano quando l’incontro o sessione si sta avvicinando a determinati limiti o si sono superati.

Dal punto di vista strettamente pratico come è detto si usano terminologie per la sicurezza di diverse gradualità, solitamente riconducibili a colori:

Rosso: Fermare immediatamente il gioco e constatare il problema che la parte sottomessa avverte, liberarla immediatamente da qualsiasi costrizione sensoriale o respiratoria.

Giallo: Fermare il gioco e permettere alla persona di riposare e anche qui togliere costrizioni sensoriali o respiratorie.

Verde: Questa e la risposta che la o lo slave danno alla domanda del Master o Mistress che di quando in quando pongono sul come si sente la parte sottomessa, abitudine che consiglio caldamente di adottare.

Nel caso in cui il sub si trovasse in una costrizione che limita i movimenti o il potersi esprimere liberamente a voce si adottano diversi accorgimenti, dal far tenere un oggetto in mano che se rilasciato cade a terra imponendo al Master di fermarsi, ad un gesto inequivocabile da fare velocemente e con la mano dominante.

Nel primo caso ci sono diversi motivi per cui la palla potrebbe cadere, un colpo un poco più forte o l’oggetto nell’eccitazione scivola fermando il piacere, in questo caso è meglio utilizzare un gesto della mano.


Nel caso in cui invece abbiate costretto con pratiche bondage e/o soprattutto se  non avete un contatto diretto con il volto del o della partner allora utilizzate una pallina da far tenere in mano, per essere sicuri che per ogni problema possiate intervenire in tempo.

Potete anche utilizzarle entrambe contemporaneamente.


Limiti insiti nell’uso della parola di sicurezza
Fin qui la parte pratica, che mi sembra alquanto semplice da capire e da seguire, però ci sono considerazioni ulteriori da fare, nel caso in cui la parte masochista non utilizzasse come dovrebbe la safe word questo cosa comporta?

La parte dominante potrebbe essere indotta in errore nel caso si affidasse esclusivamente alla parola di sicurezza, per questo deve sempre tenere i sensi vigili e fermarsi ad ogni minimo sospetto di problema, perché non si può fare affidamento su di un unica forma di controllo dello stato di salute della controparte.

Vedetelo come un paracadute di riserva.

Le motivazioni per la quale ci dovesse essere un  cattivo uso sono le più svariate, incoscienza, desiderio di compiacere superando i propri limiti (questa la riporto come testimonianza personale) sfida…

Un uso continuo della stessa tanto da interrompere qualsiasi azione ovviamente è segno che il disagio é psicologico, fermarsi definitivamente comunque e chiedere quali siano gli ostacoli, se la o il masochista non risponde in maniera chiara ed esplicita personalmente smetto di portare avanti la sessione, se non ha abbastanza fiducia o chiarezza su quello che succede il rapporto deve essere rivisto dalla base.

  Il Rack
Il Rack è un modo di vivere il BDSM, con regole diverse e prospettive divergenti dalla scuola di pensiero e di azione del Sano Sicuro e Consensuale, non voglio approfondire qui il discorso, quello che mi preme dire è che in questo caso la safe word  viene esclusa, rinunciando così a mio parere ad un valido aiuto se usato correttamente.


Rispettate sempre la sicurezza
Mi è capitato di leggere in un famoso forum che trattava certi argomenti che una certa utente non aveva bisogno della parola di sicurezza perché le sue esperienze erano con persone dall’alto profilo e non abbisognava certamente di certi accorgimenti, quella persona purtroppo è morta praticando bondage.

Ovviamente non c’è nessun collegamento pare tra l’uso di tali accorgimenti è la tragica fine, ma lasciatemi dire che certe affermazioni denotavano una certa leggerezza nell’approcciarsi, che in alcuni casi non porta a fatti gravi, in altri invece purtroppo sì.

Se dovesse leggermi qualcuno che conosceva le persone coinvolte spero capisca che con tutta la delicatezza possibile per il dolore e la perdita preferisco prendere questo caso come esempio che leggere di altri fatti di cronaca similari.

Distinti saluti

2 commenti:

  1. Mah, io ho sempre usato (da quando ho cominciato ad usarla, quindi comprenderne il significato), solo una safeword ed un gesto di sicurezza. Nel primo caso, "pomodoro", in genere fuori dal contesto e che significa: fermati, stop, alt. tutto quello che di dico da qui in avanti deve essere preso in considerazione in modo serio. Il secondo il vecchio Ok fatto con pollice ed indice nel caso che la bocca sia occlusa. La semplicità, per lo meno dalla mia piccola esperienza, paga in certi momenti dove la testa non debba ricordarsi di troppe simbologie e termini.

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    1. Concordo sulla semplicità però effettivamente pomodoro mi sembra una parola troppo lunga da pronunciare proprio appunto per rispettare il principio che esponi, per il gesto manuale preferisco qualcosa di più visibile ma è una mia interpretazione.

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