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sabato, agosto 10
Figli di un dio minore
Non è sempre facile scrivere di come si è o di come si pensa di essere, si rischia di essere troppo indulgenti o incompleti, molto meglio per ovviare che siano altri a darti indicazioni di massima e su come mostrarti in una luce diversa.
Se si è fortunati alcuni libri ti indicano altre realtà ed affinità, meriterebbero di essere riletti ciclicamente per non dimenticare cosa ci hanno insegnato, molto più raro è che sia un libro letto da altri ad illuminarti, senza averlo neppure sfogliato, ma che hanno mostrato a quelle medesime persone aspetti del tuo essere.
Nello specifico uno dei personaggi di tale libro è un costruttore di mani d'argento, create per aiutare una donna che ne ha perso l'ausilio per salvare il resto del corpo, questo dispensatore di dita altri non è che una sorta di rappresentazione di un novello Efesto, così simile e così distante.
Alcuni vantano l'angelo custode, altri lo spirito guida, la presenza ultraterrena della persona cara, io modestamente di essere nato sotto l'influsso di una divinità greca, mica poco.
Efesto è stato ripudiato da uno dei genitori, per alcuni Zeus, per altri Hera e scagliato per nove giorni e nove notti verso la terra.
Molto più semplicemente mio padre, pur riconoscendomi un cognome, non mi ha offerto molto altro. Nella mia vita lo avrò incontrato due o tre volte, per me una figura mitologica molto più distante di quelle inventate e verso cui ho sempre cercato da bambino di figurarmi come fosse caratterialmente e di come desiderasse un figlio, cercando di essere come pensavo lo volesse, sperando che un giorno mi accettasse. Come Efesto rifiutato perché zoppo.
Le ninfe che mi crebbero erano un circolo d' amore e protezione, formato da nonne, zie, amiche, le ho sempre amate perché sono cresciuto attorno a loro, subendone l'influenza, cresciuto sotto la luna anziché sotto il sole.
Dal carattere focoso, ardente e pronto alla passione simile alla divinità; se ti viene tolto da altre parti ti viene regalato, profondamente umano e conscio del proprio dolore chi mi conosce veramente non fatica a riconoscermi come comprensivo ed accogliente, anche se sono una fucina che ribolle.
Cresciuto negli anni con spalle e forti braccia, proprio come la figura mitologica, ho avuto la mia buona porzione di Afroditi, dee dell'amore e della sessualità che hanno esteso il loro concetto d' amore più in senso universale che esclusivo, capaci di donarsi completamente ma concentrate anche sulla passione e sulla fisicità in generale, amanti del letto certo, anche del mio, a volte soprattutto del mio.
Forse ho incontrato alcune donne più sincere di altre, che non mi nascondevano quello che vivevano, parlandomene apertamente, con loro mi sono comportato in maniera paritaria, aperta e sincera.
Perché preferisco essere sincero cara Afrodite, sentirti dire che ti sei fatta scopare da un ragazzotto di venti anni che ne ha quasi la metà dei tuoi però potendoti rivelare i pompini fatti da una mia bella cugina poco più adulta della tua avventura di una sera, trovarti con la passerina bagnata ed eccitata al solo pensiero di come ho mollemente passato parte del pomeriggio sul divano a scambiarci "cortesie" piuttosto che mentirci vicendevolmente.
Sei una gran porca.
Non tutte sono state così ovviamente, parto dal principio che non voglio ferire nessuno, se in un rapporto si tende alla monogamia non voglio mentire o far soffrire, mi adatto, solo che a volte si torna alle origini, alle prime esperienze, si incappa o si cercano donne che sono come i tifoni, ti travolgono, magari per poco, ma uniche.
Come Efesto e molti altri insomma ho avuto la mia porzione di "mogli" e tradimenti, come Efesto sono bravo con le mani, lui brandiva martelli e mantici, io fruste e paddle, sempre e comunque unici
.Forse fuori luogo sull'Olimpo però più sfaccettato e profondo di un cazzo di Ares con i ricciolini dorati convinto che tutto gli sia dovuto perché scoreggia profumo alla lavanda.
Figlio di un dio.
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Tutto quanto è stato riportato ricalcando la realtà, pregi e difetti compresi, la vita di ognuno di noi a volte è un' avventura meravigliosa. Il libro che accenno s'intitola Donne che corrono coi lupi, la mia Afrodite lo ha appena letto e lo consiglia.
4 commenti:
Siete pregati di non scadere mai nel turpiloquio, andare contro le leggi vigenti in Italia e usare questa mail per eventuali contatti: silvestrogatto@live.com
Nella versione WEB sono presenti altre possibilità di contattarmi.
Ricordate che state sempre parlando con esseri umani, anche se dietro la tastiera.
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mio adorato Dio
RispondiElimina"Quell'offesa medesima o differenza, li costringe a penetrare in regioni della psiche normalmente riservate a persone molto vecchie. E su di loro vigila questo amoroso artigiano della psiche Efesto".
(Pinkola Estes 2009, p.470)
"Un'altra versione del mito narra invece che Zeus concesse Afrodite in sposa ad Efesto perché, dato che era dotato tra tutti del carattere più fermo e costante, in questo modo si sarebbe prevenuta l'ovvia disputa per la sua mano tra gli altri dei" (http://it.wikipedia.org/wiki/Efesto).
Un post profondo,toccante e sincero come te.
Mi manchi tanto.
StrEegaTta suLl'oLimpO cHe ScoTta
Per risponderti non basta un commento. Mi manchi tanto.
EliminaBel ritratto, davvero interessante e umano - per quanto pure divino.
RispondiEliminaDonne che corrono coi lupi prima o poi dovrò leggerlo anche perché un racconto che vi è contenuto racconta alla perfezione il mio modo di essere verso gli altri in generale, descrive in modo incredibile ciò che mi è accaduto negli ultimi mesi e ne dà una spiegazione/interpretazione che è ciò con cui sono venuta razionalmente fuori da una pessima e sconcertante esperienza. Però, per come sono fatta, è pure un po' troppo misticheggiante...
Un bacio, cavaliere!
Un bacio Minerva,
Eliminain un post così intimo non molti avrebbero lasciato un commento, avrei scommesso su di te, dato che ci seguiamo da diverso tempo. Ho avuto ragione e ti ringrazio a mia volta del commento.
A volte l'uso del misticismo, simbolismo o altri rimandi, però sempre per offrire più chiavi di lettura o catturare il fruitore dell'opera.