martedì, luglio 28

BDSM CONSENSO E STUPRO


Questo post nasce dalla lettura del blog Abbatto i Muri. 

Non ho più parlato di violenza sulle donne perché non mi interessa fare il bollettino del dolore se non cambia qualcosa, di concreto, nella preparazione dell' affrontare i rapporti, nella legge, nella testa della gente. 

Questa discussione però è diversa, riguarda il consenso e il BDSM. 

Vero è che come nella testimonianza riportata e in linea di massima si sia più portati ad avere un consenso costante, ma è un mondo troppo variegato per comprimerlo in un solo comportamento univoco. 

La storia in breve (che potete leggere cliccando QUI) riguarda una ragazza che si è trovata nella "zona grigia" di un rapporto che poi è sfociato in un desiderio di qualcosa di altro, data la natura scherzosa degli incontri il lui della situazione ha cercato di ottenere qualcosa di più concreto. Facendo un lavoro che la porta a contatto con molti clienti incontra questo ragazzo che in qualche modo suscita una simpatia, di quale tipo e tono non è ben specificato ma in casi del genere ha volte confondere le cose non è un esercizio semplice.

Lei ha dovuto insistere con diversi no, lui ha capito e si è fermato in tempo per non perpetrare comportamenti evidentemente non graditi.

A parte che NO è sempre NO, a meno che non sia concordato precedentemente che i termini per fermarsi siano altri, come ad esempio l'uso dei colori, ROSSO, GIALLO, VERDE, ma seppur più avvezzi ad ottenere un consenso costante e continuativo, che si esplica con le parole e con il corpo, con l'evidente aiuto della o del partner, non sempre si ha di fronte una persona in grado di capire o che sia così pronta ad afferrare il disagio altrui, bisogna tenere conto delle varie visioni comportamentali e da cosa ci si aspetta. 

Prendendo ad esempio il R.A.C.K. che non prevede parole di sicurezza e si fonda maggiormente sulla consapevolezza piu’ che il consenso. Oppure l’uso fatto da persone superficiali del “contratto”, che potrebbe non tenere conto dell’ elasticita’ del consenso. Insomma in linea di massima il dissenso nel bdsm e’ piu’ esplicito pero’ con grossi distinguo. Gli attori in campo sono due e non essendoci un solo elemento è possibile che ci siano difficoltà comunicative. 

Lo stesso "consenso" è interpretativo e bisogna comprendere che la persona si potrebbe trovare nello stato mentale non adatto per palesare un dinniego(svenimenti, impedimenti dati da strumenti particolari come bavagli o bende...il piacere stesso...) per cui si corre sempre e comunque il rischio di superare limiti invalicabili, muniti anche delle migliori intenzioni di entrambi. 

Per cui il bdsm può dare una direttiva, non una soluzione. 

Continuo con le proposte di lettura di libri per Agosto e ci risentiamo a Settembre.

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Approfondimenti









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