venerdì, novembre 13

L' Alienazione parentale esiste




Partiamo da un evento personale.
Non ho mai avuto alcun contatto continuativo con mio padre, mia madre ha fortemente influito su questa mancanza. Ho saputo anni dopo che mio padre inizialmente ha cercato di vedermi, ma erano altri tempi ed io ero un figlio "naturale" al di fuori di un contesto matrimoniale, sotto molti aspetti nella mia condizione il genitore non affidatario aveva molti meno diritti legislativi; non potendo fare affidamento sulla lungimiranza di mia madre purtroppo i suoi tentativi andarono a vuoto.


Adesso sono pronto ad ammettere che un genitore che sai esistere, fosse di una coppia etero o meno, solo per il fatto di sapere che è da qualche parte a farsi la sua vita, ti manca. Sono un caso di alienazione parentale, mia madre mi ricordo mi diceva che era lui a non volermi, che stava con l'altra donna, che potevo benissimo crescere senza un padre.

La cosa buffa che ho capito anni dopo che della mancanza se non hai mai vissuto con il genitore non la percepisci da bambino ma da  adolescente. Ti piacerebbe confrontarti, vedere quella persona che tutti ti dicono ti assomigli come una goccia d'acqua, non attraverso il vetro di un ricordo appannato, ma veramente, parlarci, vederlo.

E' un periodo delicato e se sfidi il mondo sfidi anche la persona che ti hanno riferito ti ha rifiutato. Scartato. Dimenticato.

In alcuni film Alberto Sordi mi ricordava quel poco che ho potuto vedere di mio padre, mi bastava poco, la macchina in un film, il fare da imprenditore rampante, le incomprensioni con un figlio che vive in una comune mentre lui macina successi negli affari e con le donne, le mani che io vedevo grandi, come quelle di mio padre. Questo mi ha fatto amare tanto quell' attore, di cui ho visto i film svariate volte. La mente dei bambini trova collegamenti assurdi per supplire una mancanza.




Proprio per quello che ho passato trovo meritevole lo spot contro l'alienazione parentale tra i cui interpreti si trova Ambra Angiolini.




Nello spot si vede una madre che inizialmente osteggia il padre, per poi ritrovare "colore" capendo le necessità della figlia e dell' ex compagno. Nella sua necessità di veicolare un messaggio velocemente si è mostrata la situazione che più si avvicina alla maggioranza dei casi, l' esclusione dell' uomo. Con questo non credo che si sia voluto colpevolizzare la donna, spesso è lei l'affidataria nonostante ci sia legislativamente un effettiva ma non sostenuta parità d' affido, sicuramente ci sono padri che si comportano nella medesima maniera, ma essendo più basso il numero di coloro ai quali viene affidata la prole il numero è per questo minore.

Quello che sorprende è l' attacco di alcune "femministe" che vogliono negare che i figli a volte sono usati come mezzi per punire e ferire, creando delle fratture affettive. Leggendo vari post chi si trovasse a leggere il mio blog per la prima volta potrà rendersi conto che io sono contrario a qualsiasi tipo di violenza, senza remissione di colpa, indifferentemente dal fatto che si tratti di sesso maschile o femminile. Vi sono molti tipi di sopraffazione, che si devono combattere, nessuna esclusa, dando scarsa rilevanza a cosa pende o non pende tra le gambe del soggetto.

Pur non essendo " certificata", non rientrando per ora nell' elenco delle malattie mentali dai maggiori indicatori(Dsm – 5, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali o nell’Icd, la Classificazione Internazionale dei Disturbi) di situazioni psicologicamente o psichiatricamente non salubri, non significa che non esista come comportamento personale o prassi diffusa in alcuni strati sociali.

Eppure l' unica difesa che sanno dare le femministe contro l'oltraggio della donna, sempre e comunque vittima, incapace di qualsiasi gesto violento o prevaricatore, è che appunto non essendo certificata in studi di una branca dell analisi e la cura della mente umana l' alienazione parentale non esiste. Non lo si affronta come problema sociale, magari anche studiandolo sotto quel punto di vista, lo si vede come un arma per destabilizzare le donne in una sorta di "complotto" ordito dalle istituzioni: Le donne dei Centri Antiviolenza sostengono che la Pas viene utilizzata nei tribunali «per criminalizzare le madri e difendere padri abusanti o mariti violenti, a dispetto della salute e della sicurezza dei bambini che hanno visto il padre abusare la madre».(Centri Antiviolenza contro Alienazione Parentale)

Siamo proprio sicuri che TUTTI coloro che vengono osteggiati nel vedere la propria prole siano necessariamente violenti?
Il tribunale in certi casi decide a monte se uno dei genitori è in grado di sostenere la podestà e se gli incontri devono essere svolti con il sostegno di personale terzo qualificato come psicologi  o adetti dei Servizi Sociali. Non deve essere l'altro o altra a decidere ma diversi organi terzi che cercano l'imparzialità.

Per avallare quanto si sotiene in entrambi gli articoli poi si tirano fuori i numeri del femminicidio, ovvero si strumentalizzano schifosamente delle morti per sostenere la propria tesi. Non si sta parlando di fatti delittuosi in cui il tribunale applica una sentenza che regola la frequentazione del minore con il genitore che ha commesso un omicidio o delle violenze reiterate, ma di separazioni dove una delle due parti ne esce svantaggiata.

Tanto è vero che si sorvola non poco sorprendentemente su di una sentenza ove si revoca l'affido ad un padre in quanto la figlia è stata riconosciuta affetta da PAS per sua colpa (5847 dell'8 marzo 2013). Di levate di scudi dei Centri Antiviolenza per perorare una difesa non ne ho viste.



Questo tipo di "femminismo" ricorda troppo l' alter ego al maschile, un concentrato di luoghi comuni e visioni medioevali.

Purtroppo per voi io sono la prova, vivente in carne e sangue, che i genitori di qualsiasi sesso siano, possono far male. 





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