sabato, settembre 15

amore slave





Ieri la mia slave e io eravamo in un ristorantino, ci guardavamo come due colombi innamorati e mangiavamo pietanze ricche di carne e contorni. Da precisare che il locale è tenuto da una coppia gentile e premurosa il cui cuoco appena vista la mia accompagnatrice ha iniziato simpaticamente a fargli un poco di filo, rivolgeva le sue attenzioni alla figura femminile senza neppure guardarmi negli occhi.

Abbiamo  mangiato benissimo, mentre lo chef dai baffi grigi  e senza capelli si lamentava della crisi dovuta anche alle molte sagre che si
svolgono nel periodo estivo: "non solo gli affari calano ma vengono comunque a chiederti il contributo per la sagra, io mica sono masochista, casomai divento sadico e li caccio tutti…",diceva convinto nella sua giacca da cuoco nera con i bottoni dorati, ovviamente non ho potuto non sorridere, guardandola poi che reprimeva lo stesso desiderio di esprimere ilarità.





Ed ecco che da donna con gli occhi azzurri e il cervello sotto quel bel caschetto alla Valentina di Crepax mi domanda come mai in fondo in fondo pur se entrambi nell’immaginario collettivo spesso sono mal visti il masochista ne esce sempre peggio nei confronti del sadico.

Ho considerato il fatto che in fondo colui che comanda esprime comunque un controllo, affascinante anche solo per questo, mentre chi subisce dimostra la propria arrendevolezza e apparente debolezza.

Poi però mi sono chiesto cosa impostasse a chi se sembriamo cosa quando eravamo assieme persi per stradine di campagna mentre teneva in mano il satellitare della mia macchina e davo schiaffi alla fica della mia sottomessa ad ogni grosso spostamento dello strumento di navigazione, la rimproveravo o la premiavo a seconda di come si comportasse, ed ogni schiocco tra le sue gambe aperte e lisce, sulla sua patatina bagnata, molto bagnata e liscia anche essa, sanciva un legame. Improvvisamente il satellitare “impazzisce” ed inizia ad indicare una strada e poi farci tornare indietro, mi fermo ed erroneamente mi concentro su di una cattiva indicazione della mia compagna, la guardo negli occhi e sempre carezzandole le cosce l'informo che deve essere punita, le chiedo se ha paura della punizione e lei con quella sua espressione candida scuote la testa.
Abbasso piano la testa e la mordo...vicino alla vagina, lei sussulta e mentre mi pulisco la bocca dalla saliva con la mano sinistra le carezzo la guancia.

Non c'è voluto molto perché capissimo che l'errore non era suo, avrei avuto il tempo per farmi perdonare quell' immotivata punizione, mentre al ciglio della strada indecisi su dove dirigerci scendevamo in questo luogo buio e angusto e cercavo almeno di mantenere la mia promessa, dedicarle la mia prima pisciata.

Vedere una bella donna in vestitino nero, senza mutandine, con la gamba tesa verso il proprio uccello, quasi splendente nella sua perlacea luminosità, che ti sorride e non aspetta altro di essere sporcata da te sul declivio di una strada di campagna malamente pavimentata è bellissimo, mi dispiace soltanto che ero troppo occupato a dirigere il getto mentre le parlavo dicendole che era la mia puttana, la mia zoccola e altri epiteti simili per non rendermi conto della sua espressione.

Facendo marcia indietro e chiedendole di darmi una mano a capire come tornare al nostro caratteristico B & B l'osservo e trovo qualcosa che mai mi sarei aspettato, due occhi azzurri luminosi, quasi brillanti tenuti fissi su di un sorriso aperto stampato su di una testa leggermente reclinata, la mia slave in estasi e mi chiede quale sia la gamba bagnata, cosa che si nota immediatamente guardando le due ginocchia leggermente aperte, mi fissa come se volesse mangiarmi, come se fossi qualcosa di straordinario, e...Questo mi sorprende.

Sono costretto a riportala all'ordine, ho bisogno anche del suo cervello per tornare in albergo, anche se mi dispiace spezzare quell'idillio, poi siamo quasi riusciti a buttarci nel nostro letto, sesso, sclacciate, morsi, piccoli graffi, succhiate, ed io che ti guardo mentre dormi appiccicata a me, a tratti mi sveglio e quando ti trovo girata di spalle con la testa più in basso del cuscino ti ho stretto la mano, forse sono stato infantile ma volevo un contatto, non volevo lasciarti.

Non sai quanto è stato bello trovarti dormiente e scostare i capelli dalla tua fronte, solo noi due e tutto il mondo fuori.

Ti avevo promesso un post a ricordo di questo incontro Stregatta, questo rimarrà per sempre qui, che ti piaccia o meno.

8 commenti:

  1. Quando leggo questi tuoi post, mi sembri profondamente innamorato :)

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  2. Anonimo01:28

    Splendido .............@La Spagna saluta con stima ed emozioni da pelle d'oca leggendo questo post...(=^•^=)

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  3. Minerva@ La Spagna@

    Come direbbe lei....ci siamo presi una bella cotta.

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  4. Anonimo00:08

    Assaporate ogni istante ...;-)

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  5. ...ronfrrhrrhrrhrrhr.....
    e ancora...
    rhrrhrrhrrhrhrrrhrhrr..........

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  6. LadySpagna@ lo prendo come saluto ben augurante ^_^

    Stregatta de Blanc@ Adoro i felini che fanno le fusa..

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  7. Anonimo17:13

    Complimenti, questo post è veramente bellissimo e toccante *-* mi piace molto questo blog :D
    saraslave

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  8. saraslave@ Grazie dei complimenti, felice che piaccia il blog.

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