giovedì, marzo 31

Lo chiamavano Jeeg Robot



La vignetta è di zerocalcare  .
Ero fermamente interessato a vedere "Lo chiamavano Jeeg Robot", per un motivo o per un altro me lo sono visto scivolare tra le varie sale cinematografiche, convinto che fosse un film che meritasse una visita sul grande schermo ma non così tanto da andarlo a cercare dove ha stazionato più a lungo nella visione.

Sbagliavo.

Mi ha convinto un' amica che  descrivendolo ha detto di aver riso e pianto.

Non voglio dire troppo della trama, perché comunque non influenza di molto la bellezza del film che si poggia sull' ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi.

Partiamo dal presupposto che per l' ottanta per cento del film è oltre, lo sfondo è la periferia, sporca, fatta di luci che tremolano e di locali karaoke con le poltroncine lise. Già qui si intravede la passione supereroistica di chi ha ideato il film, siamo a Roma, evitare gli scorci più suggestivi è una scelta di budget ma in una delle più belle città del mondo non è diffiicle scegliere dei luoghi evitando posti conosciuti alla maggior parte dei turisti. Per cui nel limite del possibile la città è anonima, potrebbe essere qualsiasi periferia di qualsiasi grande città italiana, come agli inizi delle avventure supereroistiche americane è una città "inventata" simile a molte, non proprio uguale.

All' interno si muovono dei malavitosi di piccolo cabotaggio, come "lo zingaro", ovvero l' attore Luca Marinelli, il cui personaggio è smaccatamente ispirato al Joker di Batman. Esagitato, nelle movenze e nei comportamenti, violento ed autoritario veste spesso in viola o paiettes. Gli unici punti di differenza sono: i capelli, la sua romanità e il fatto che diversamente dal personaggio fumettistico americano è costantemente alla ricerca di notorietà. Un continuo: "guardami, guardami, guardami", capriccioso e spietato, mentre il Joker in molte delle sue vesti al massimo è interessato ad attirare lo sguardo di Batman o delle forze dell' ordine.



Enzo Ceccotti ( Claudio Santamaria) vive di furti predatori, e proprio mentre scappa dalla polizia per un rolex rubato si immerge nel Tevere e finisce dentro un fusto di sostanze chimiche. Un uomo solo, che mangia yogurt, guarda film porno e dice di non avere amici. Un soggetto del genere avendo l' opportunità di avere dei poteri fuori dal comune non si sveglia la mattina e salva il mondo, al massimo frega un bancomat. La trasformazione a supereroe è lenta e non lineare.



Elemento mancante nelle recensioni lette è l' analisi di un elemento presente nel genere letterario del fumetto supereroistico e di rimando nei suoi film, la morte. Nonostante fosse nato come intrattenimento per ragazzi è un perno fondamentale, spesso la benzina della trasformazione da semplice uomo a superuomo: parenti che spirano, amici caduti in battaglia, pianeti che muoiono o società che agonizzano, raramente decesso dello stesso futuro eroe, escamotage poco usato, che torna sotto altra forma.

Nel film tutto è morte, delle persone, della convivenza, dello strato urbano, una Roma spenta e ferita.

L' elemento che rompe la normalità è la pazzia. La pazzia di Alessia interpretata da Ilenia Pastorelli, che in un ruolo delicatissimo, quello della donna affetta da un handicap, riesce ad offrire una visione diversa.

La bella è sfortunata Alessia vive sì in un mondo proprio, ma in maniera così intensa da non pemetterle una vita normale, ovvero grigia e cupa, ma aggrappata ad un mondo che non esiste, quello del cartone animato giapponese Jeeg Robot, per cui è a tutti gli effetti una diversamente abile. Struggente è il momento in cui rivolgendosi all' eroe tra un misto di tenerezza, speranza, e amore, distesa sul letto dice a Ceccotti: "me stai a parlà come se fossi la donna tua...Ma che so la donna tua?", sperando in uno spiraglio di affetto.





Tra la tensione e la violenza vengono introdotte battute che alleggeriscono e momenti di tenerezza.

Si vede una regia sapiente, accompagnata da una trama asciutta e attentissima ai particolari, che sono parte della sua bellezza. Qualcuno ha scritto che è al momento il migliore dei film dedicato ai supereroi, sperando che ne nasca un filone al pari degli spaghetti western sono assolutamente concorde.

Una piccola perla, che diventerà un cult.






11 commenti:

  1. Anonimo21:23

    io il film non ho avuto ancora l'opportunità di vederlo ma dopo il tuo dettagliato commento sono ancora più curiosa e spero di andare al cinema sabato o domenica!!! baci baci baci e ben tornato !!!

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  2. Vale la pena spenderci i soldi del biglietto

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  3. Vale la pena spenderci i soldi del biglietto

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  4. Just.00:04

    Ci manchi.

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  5. "ci manchi" è ufficiale ho dei fans! Fa piacere. Non mi prenderò mai abbastanza sul serio da credere di avere un seguito. :-)

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  6. Just.10:28

    Dal cellulare non fa modificare il messaggio.Avrei dovuto scrivere solo "manchi".

    È impossibile non credere che ci sono persone che ti seguono,perché non dovrebbero farlo?
    Poniti questa domanda.

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  7. Ciao Just,
    lo so che alcuni mi seguono, ero ironico, amo troppo non prendermi seriamente.

    Un saluto :-)

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  8. Bellissimo film me lo sono goduto. Ti sei però dimenticato i chiarissimi richiami a Kill Bill. Che sono una piccola perla.

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  9. Purtroppo il PC non funziona. Mi devo assentare per qualche giorno. Non ricordo proprio Kill Bill è questo il problema di fondo. :-)

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  10. PUNIZIONE!!! Sia punito!

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  11. Awesomme blog you have here

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