In tutti i tempi e in tutte le Nazioni ci sono testimonianze del potere di una donna in campo amoroso, questo è solo uno dei tanti casi…
Aristotele è uno dei padri della filosofia occidentale, mentore di uno dei più grandi condottieri della Storia, Alessandro Magno, ed un gran cervellone che come tanti contemporanei e successori controbilancia il peso della testa con una folta barba bianca.
Un ragazzetto segaligno spesso lo seguiva, quattro peli sulla faccia, si andava ancora sorprendendo della crescita sotto le ascelle, ma con l’irrefrenabile voglia di fare sesso, ed è suo discepolo, e si chiama appunto Magno Alessandro.
Il giovane alla sua età si sarebbe strusciato anche sui tronchi degli alberi se non se lo fosse trovato scorticato, gli amici maligni per rincarare la dose gli avevano detto che infilarlo dentro un polymekes(strumento a fiato molto grande) era come metterlo in bocca ad una donna, anzi gli consigliarono di provare con un diopos(altro strumento a fiato tipo flauto) perché più stretto; purtroppo l’ingenuo ragazzo rimase con lo strumento bloccato e si vide poi correre verso il maestro cercando di suonarlo in maniera alquanto particolare.
Sentendosi un poco deriso rimase per il resto della giornata tra i campi con una foglia in bocca, imbronciato, tirando pugni a terra e dicendo bestemmie contro tutte le divinità. Visto il numero avrebbe sicuramente finito il giorno seguente,se non che un amico, conciatore di pelli, detto Alghyno lo interrompe, e facendo cenno continuamente di sì con la testa ascolta tutto l’accaduto, poi poggiandogli la mano sulla spalla gli consigliò:
-Guarda fai come me, io prendo uno di quei piatti con il buco per suonare ce lo infilo dentro, mi lego il filo al collo per avere le mani libere e poi giù con il martelletto! Sai che goduria!
Alghyno è stato il primo masochista della storia, purtroppo ne abbiamo perso le tracce, da come lo guardava Alessandro sicuramente è nato anche il primo perbenista.
A bocca aperta si diresse verso l’ Agorà(la piazzetta) per chiedere delucidazioni sulle strane tendenze dell’amico quando il suo sguardo incontrò una fanciulla, meravigliosa. Stava provando uno nuovo paio di calzari mentre un uomo dal corpo flessuoso continuava rumorosamente a battere le mani e sculettare dicendo:
-Dai retta a me Fillide, queste vanno a ruba, getti una moda, le facciamo schiattare le altre.
Continuando con una voce di due toni troppo alta:
-Le chiamerò come me dice toccandosi il petto.
-Le chiamerò le babbucce di Prada
Scoperto come si chiamava la giovine dai capelli castani, pelle leggermente ambrata, occhi color del mare, e due piedini che reggevano un cerchio perfetto, Alessandro si dileguò arrossendo di fronte a tanta bellezza.
Continuò a seguirla cercando di non farsi vedere, troppo timido per parlarle girava il capo dalla vergogna ogni qual volta incrociavano gli sguardi, provocando i risolini di Prada che l’accompagnava in ogni dove.
Lei non è mica fessa, la principessa straniera Fillide si informa del giovane che la perseguita, se avesse saputo che era uno spiantato lo avrebbe allontanato in malo modo, altrimenti avrebbe pensato alle sue avances così grezze come un dono divino per avergli mandato uno tanto fesso; anche se era brutto come la morte, con due occhi di colore diverso e quel fisico da sollevatore di pulcini.
Quello che la fece capitolare fu sapere che era figlio di tanto re, Filippo II, che era entrato nella scuola di Aristotele, un posto molto IN, dove ci andava la crema della crema.
Mandò Prada ad invitarlo, non ci volle molto perché si trovassero stretti dietro un muretto.
Alessandro da lì in poi lascia praticamente gli studi e trascorre le giornate a fare sesso, cibarsi e fare progetti per la nuova casetta, dove lei metteva in chiaro che avrebbe accettato solo se fosse stato il suo caro amico Prada ad arredarla.
Scatenando le gelosie del giovane ogni volta che lo sentiva nominare, non capendo la natura del loro rapporto.
Accortosi il maestro delle mancanze dell’allievo si precipita a prenderlo per un orecchio, facendolo avanzare a calci nel sedere di fronte al padre lo redarguisce e gli intima di lasciar perdere le straniere per concentrarsi sugli studi, se proprio vuole allargare gli orizzonti. Federico II detto anche il silente annuisce approvando.
Cosa c’è di più struggente di un giovane amore che viene reciso? L’unico contatto tra i due era Prada che faceva da postino, che con le sue nuove babbucce con le ali d’oro impresse come ornamento ai lati decise di creare una linea di moda tutta sua e chiamarla “Hermes”.
Una notte accucciandosi per non venire scoperto ed illuminato dalla Luna Alessandro andò sotto le finestre dell’amata ad ululare la sua mancanza, prima che il padre di ella si presentasse con un paio di frecce con scritto sopra il nome del giovine la bella Fillide bisbiglio un piano recitando alla fine le famose parole
- Vedrete Natura attaccarlo e privarlo di tutto il suo senno e il suo sapere.
Il giorno seguente come ogni buon figlio di re sembra interessarsi improvvisamente del suo futuro e decide di allontanare Fillide dalla propria casa con un atto di forza che la costringesse ad andarsene. La meschina con il padre circondata da uomini armati si inginocchia e piange lacrime amare.
- Amato mio più di tutto mi è amaro questo fiele del vostro desiderio di allontanarmi, ma vi prego non sbattete per istrada il mio babbo che poverino da quando ha perso le terre è afflitto da male oscuro.
Mosso a compassione con gli occhi gonfi di rimorso e scuotendo il capo come un forsennato invoca la ragion di stato, ma mai e poi mai avrebbe lasciato il padre dell’amata senza un rifugio.
Si collocarono di fronte al venerabile Aristotele, dove la famiglia Magno aveva un loft poco lontano dal centro e comodo perché a tutte le ore si trovava una SELLA GESTATORIA( lettiga a due schiavi trazione anteriore e posteriore).
La giovane circola per casa con un abitino così leggiadro che lascia intravedere non solo le forme ma anche un accenno di color del capezzolo, quando spennava le galline la principessa si tirava sù il vestitino già striminzito di fronte alla porta di casa denudando le cosce, salutava Aristotele con la mano candidamente o abbracciandolo come se fosse un parente per poi baciarlo sulle guance, gorgheggiando come le allodole del fatto che gli dispiaceva che si allontanasse, per poi tirargli un poco la barba.
Insomma Aristotele ce lo aveva duro come una betulla.
Senza contare che per uno strano rito la giovane aveva iniziato a ballare nuda sotto il chiarore lunare.
Questo non aiutava. Alla fine il filosofo cede, e sotto quel candido disco sbavando come un cane idrofobo corre da lei dicendogli che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di averla. Lei sorride e lascia cadere lo sguardo verso un cavallo.
-Lasciami ancora ai miei giochi di bimba e dopo che ti avrò cavalcato come una giumenta tu cavalcherai me come un uomo.
Lui quasi urlando di gioia si mette a quattro zampe spogliandosi completamente, per sentire i caldi anfratti dell’amata sulla pelle.
Non era di certo uno spettacolo edificante, un vecchio panciuto, sudato, con la barba in disordine e sporca di terra tutta aggrovigliata si lancia al galoppo sbuffando con sopra una giovane che ride e si diverte dandogli la direzione con dei calci mirati sui fianchi.
Alessandro sorride, lo attende con il sorrido beffardo del giovane che si crede uomo perché adesso ha una ragazza e finalmente può avere ragione del precettore che da anni lo angustiava. All’arrivo del vecchio sfinito, le cui braccia tremolavano dalla fatica, ma non avrebbe mai lasciato il suo tesoro, lo guarda, dal canto suo l’altro cerca la saliva in bocca roteando la lingua.
- O venerato Maestro come potete ancora lamentarvi di me, vedete in che condizioni poi vi siete ridotto?
Aristotele era un gran pensatore non di fama ma di fatto, guardo entrambi con un guizzo degli occhi e mentre si accovacciava per far scendere Fillide iniziò a leccarle i piedi in segno di devozione, anche per formulare un pensiero ed avere il fiato per pronunziarlo
- Alessandro lo vedi cosa la donna fa ad un uomo vecchio e saggio? Figurati cosa sarebbe successo a te che sei così giovane e dissennato.
La leggenda narra che Aristotele prese la giovane tra le braccia dicendole
-potete cavalcarmi fino al mattino o mia Dea.
Alessandro non si riprese mai ed inizio campagne di conquista che gli sarebbero valse un posto nella storia per sfogare la rabbia e le corna che gli prudevano, Aristotele lo sappiamo tutti che fine fece, Fillide capì di amare gli schiavi sessuali di una certa età e si lasciava mantenere da loro facendo una vita agiata.
Prada e Alghyno furono visti camminare insieme per campi mano nella mano mentre discorrevano amabilmente di un incontro settimanale da tenersi con gli amici, una festa a tema che avrebbero chiamato Gay Pride.
Così nacque quello che oggi chiamiamo Bdsm, il ponyboy, e tante altre cose.
P.S. questa storia da me rivisitava era già attorno all’anno mille usata come metafora dello sberleffo e dell’umorismo che piega la saggezza, oppure come esempio del potere femminino. Diverse sono le opere d’arte che raccontano questo evento.
Basta pensare allo sciopero del sesso di qualche millennio fa organizzato da Lisistrata, un metodo efficace, sempre attuale che a casa mia si adotta molto spesso..:-))))
RispondiEliminaEstrella_Marina@ Ognuno le sue armi...Come le spagnole che qualche anno fa contro le troppe partite di calcio in tv hanno deciso di serrare le gambe.
RispondiElimina^_^ Heheheheehhe