giovedì, maggio 30

Son tutte sante le mamme e le sorelle













Ci sono quei punti di vista che mi danno il prurito, pur facendo salvi i principi di libertà d'espressione e di manifestazione dei propri pensieri trovo che a volte alcuni di essi siano incivili e faccio salva la mia di possibilità di dissentire e di criticare.

Piccolo preambolo, se siete convinte o convinti che la donna ideale per voi sia l'angelo del focolare, immagine iconografica delle riviste patinate dello scorso secolo e delle enciclopedie per ragazzi, non vi resta che trovare l' anima gemella che condivida i vostri valori, crescetevi i vostri angelici "puttini" con i boccoli biondi e buona fortuna.

Quando però tale visione diviene il pretesto per dire che la donna deve essere salvata dalla sua modernità e che in fondo il femminicidio non è solo quello fisico ma si riscontra anche in alcuni diritti, come l'aborto, le quote rosa, la possibilità di passeggiare in minigonna senza essere molestate, allora iniziano i giramenti di coglioni.


Sembra di sentire sempre lo stesso disco, le donne stanno bene tappate in casa, angeli del focolare, in eterna attesa dell'umo, con il pensiero strisciante che le donne siano tutte troie, tranne la mamma e la sorella, (cugine escluse perché per alcuni/ne offrono la possibilità di approcci sessuali).

Pensiero molto radicato anche in certa cattolicità, che ogni tanto rispunta fuori anche attraverso i mezzi di comunicazione.

Come nel caso di una rivista di stampo religioso che ha come punto di riferimento l' Opus Dei, Studi cattolici (N. 627 pag. 334) e di preciso l'articolo dell' ex direttore del quotidiano Avvenire Pier Giorgio Liverani, dove parte sparato e convinto che la donna sia antropologicamente portata a svolgere il ruolo di casalinga e madre curatrice del focolare, non frutto di retaggi culturali ma connaturati con la sessualità, smentendo libri e libri sulla psicologia e la crescita dei bambini, ritenendo che sia eticamente più grave la fecondazione assistita dell'uccisione di un essere umano:

"il vero femmicidio è l’uccisione non fisica ma ideologica, o se volete antropologica dell’idea stessa di donna...un delitto etico più grave, se possibile, del delitto fisico".
Scrivendo esplicitamente che è femmicidio la fecondazione artificiale,  il divorzio, la pratica dell’omosessualità femminile, la contraccezione, la coppia di fatto e il gender, persino «la questione delle quote rosa obbligatorie per legge», che «riducono il genere femminile a una sorta di specie protetta» riduce il tutto dietro etiche religiose restrittive, riuscendo a condonare e comprendere le posizione intransigenti come quelle di Don Lerici che affisse fuori dalla propria Chiesa un  volantino sul femminicidio, dove accusò le donne di provocare comportamenti come lo stupro o l'assassinio.
Mi sento offeso come uomo di fronte a certe affermazioni, non mi bastano certo due cosce per perdere il controllo e violentare una donna, così come me la maggioranza degli uomini escludendo alcune persone con turbe specifiche, non siamo mica bestie urlanti alla ricerca della scopata non consensuale, certi discorsi sono svilenti non solo per le donne ma anche per gli uomini, quando forse tutti se ne renderanno conto smetteremo di sentire certe fregnacce.




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