venerdì, febbraio 21

Come tutto è iniziato...


Sinceramente non sapevo come iniziare questo post così personale, che non riguarda solo me, è un intreccio di vite, la mia e quella della mia prima slave, ed è proprio perché è una storia condivisa è giusto che inizi molto tempo fa, con una cena. 

Quando ti sei affacciata a questo mondo era tutto più sotterraneo, erano pochi coloro che osavano avventurarsi e le informazioni erano più scarse di quelle di oggi, i pregiudizi molto più accesi e pochi effettivamente sapevano a cosa andavano incontro.

Ti sei trovata a cena con il tuo ragazzo, poco più che ventenne e con i capelli molto più lunghi di quando ti ho conosciuta io, tutto si è svolto tranquillamente ed era una cena un poco noiosa con gente più adulta, ma ci tenevi a fare bella figura, il padrone di casa era il fratello del tuo accompagnatore, ed eri un poco in soggezione, era un momento importante per te. 

Eri stata avvisata a grandi linee che sarebbe stata una serata particolare ma mai ti saresti aspettata di trovarti nella condizione di doverti struccare e togliere gli orecchini piano, mentre ti guardavi attorno e tutte le altre donne che ridevano o parlavano allegramente mentre si spogliavano pronte ad offrirsi agli uomini di casa. 

Mi raccontasti di come ti sei ritrovata in piedi mentre ti coprivi seno e sesso e di come ti tremassero le mani, sei sempre stata sessualmente famelica ed aperta ma avevi paura, tanta paura. 

Vedere le persone che si accoppiavano, le frustate, i gemiti, il piacere e il sudore degli altri ti ha sciolta, e mentre venivi sferzata sul culo dal Padrone di casa e baciavi il tuo ragazzo hai capito che quello era il tuo mondo.  

Ti ci sono voluti anni, tanti anni, per capire quel mondo, e lì ci siamo incontrati, tu appena superata la soglia dei quaranta, io giovane ventiquattrenne. Accalappiato sull' autobus, mi guardavi seduta dirimpetto con un orribile giubbotto di jeans tra strass e paiette, ricordo di aver pensato che fosse un residuato degli anni ottanta, mentre ci scambiavamo i soliti convenevoli: dove lavori, cosa fai...

Mi sono ritrovato con te in ginocchio che parlavi suadente e mi carezzavi, la gamba forse, non ricordo, ma non dimentico il tuo sorriso, sembravi pronta ad inghiottire intera la preda mentre mi dicevi: "come vuoi umiliarmi". 

Il nostro rapporto è durato a singhiozzo, per diverso tempo, ho dimenticato quanto fosse stato lungo fino ad adesso, colpa delle parentesi, eppure qualcosa lo ricordo, di preciso, stringevi la mia mano che a sua volta impugnava la prima frusta, mi insegnavi come colpire, di provare prima su di me e poi sugli altri, ricordando che si è sempre più indulgenti con se stessi. 

Qualsiasi cosa ti facessi, pisciarti sui seni, lasciare che mi baciassi da capo a piedi, ricordo che mantenevi sempre una certa austerità, un' eleganza innata, anche quando mi cingevi lentamente il busto, alzandoti piano da terra per avvicinarti lentamente, aprire le braccia e stringere forte, restando in silenzio. 

Dominante e sottomessa, non era facile prenderti. 

Mi sembravi un serpente, ed ancora oggi non ho capito il significato di quegli abbracci, era qualcosa di solo tuo. 

Sei stata Maestra e schiava, con il tempo ho coltivato l'illusione che le tue unghie si fossero così fortemente conficcate sulla mia pelle bianchissima da lasciare un segno sulle spalle, un tatuaggio da carne a carne, senza arte o artifici metalicci, animalesco. 

Poi questo sogno mi è stata strappata via, da un commento gelido di un'altra persona, non era possibile, sparita l'illusione come spesso accade sparisce la magia. 

Ti ho reincontrata anni dopo, il tempo non è stato clemente, le tue mani, così graziose ed affusolate, sono sul dorso leggermente macchiate di rosso, sicuramente frutto di un lavoro usurante, sono diventate delle prugne secche, mentre il tuo sorriso è uno spacco sul terreno. 

Fortunatamente la tua risata è rimasta la stessa, abbondante come un piatto di carbonara, riuscendo a mettermi allegria, ridendo degli ultimi strumenti che ho comprato per soddisfare la mia nuova slave, così strani, ricordandomi che un vero dominatore non è come la roccia, fermo è immobile, ma è come l'acqua, trascina le persone dove vuole ed è in grado con la pazienza di scavare tra le resistenze più dure. 

Ti ho posto una domanda che mi ha accompagnato per tanto tempo, perché avessi scelto me, mi hai risposto che con occhi così dolci eri sicura che non ti avrei fatto male. 

Un piccolo ricordo per te.






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foto di Eleni Onasoglou

16 commenti:

  1. Questa vena nostalgica la pensare ad un momento in cui si tirano le righe. Quando ti soffermi a ricordare il passato cercando in esso il senso dell'attuale. Almeno io faccio così :-p

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    1. Mi fermo a volte a pensare a come mi considererebbe come Master, per quelo che sono diventato, a volte sono indulgente a volte non mi perdono nulla, per cui più che pensare a tirare le somme, le righe, ancora mi confronto con lei.

      Ciao.

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  2. Beato te, io non so manco dove sia finita. Detto in tutta sincerità.

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    1. L'ho reincontrata per caso, si era trasferita, una volta incontrati il caffè è obligatorio, mi sembrava il minimo.

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  3. Un post molto emozionante, forse il più sentito che ho letto sul tuo blog, Cavaliere. Grazie di averlo condiviso, anche se ti è costato fatica, immagino.
    Bisou

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    1. Grazie Rosalie,
      un bacio, se dovessimo capitare a Roma, un caffè assieme a Stregatta non lascimolo da parte.

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  4. Sarà un piacere, Cavaliere.
    Bisou

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  5. Bellissimo racconto, bellissimo spaccato di vita vissuta... Concordo con Stefania, magari non "tirare una riga" ma sicuramente periodo di riflessioni...
    Grazie per aver condiviso con noi questo "spicchio" di vita privata...
    Baci!

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    1. Cara,
      spero vada tutto bene, io dovrei ringraziarvi dato che mi leggete.

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  6. Già proprio bello poter leggere qualcosa di così personale, aggiungo anche il mio grazie a quello delle altre :)
    P.S.: Se invece vi capitasse un giro su al nord, fate un fischio, che ci si organizza!!! baciiiii

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    1. Contaci anche perché sinceramente sono proprio curioso di conoscervi.

      Grazie a te

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  7. Anonimo14:01

    Bello questo blog! :-) Ti ho aggiunto tra i miei preferiti! http://ilpaeseepiccoloelagentemormora.blogspot.it/

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  8. Ramino.... Scala 40??? No?? ;-)

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    1. Scopone, scopa, tresette, sette e mezzo... ^_^

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  9. Caro Cav ^^ io l ho rincontrata 15 anni dopo.
    Quasi uguale.. e ci si rivede regolarmente al munch della comunità bdsm di milano ;)
    E' stato bello rivederla.. come un cerchio che si chiude..

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