lunedì, ottobre 29

Questa insostenibile pesantezza nel vivere


Non parlo mai di politica, lo evito, in questo blog si parla di altri argomenti che nulla vi hanno a che fare, stessa cosa dicasi per la religione, magari affrontati se non sotto l'ottica della discriminazione sessuale o di coppia, però devo dire che non vedo l'ora di respirare aria nuova, di veder qualcosa che cambia, perché non è solo una questione dei nostri governanti, riguarda anche la società civile, in questo caso incivile.


Giuliano Ferrara, alcuni accennano sia il Ghost Writer di Berlusconi, lo scrittore occulto che aiuta il datore di lavoro ad esprimere meglio i pensieri, ad attirare le folle; se così fosse si riesce a capire come mai da tempo oltre alla perdita d'immagine, di consenso, di credibilità, naturalmente scaturita dagli eventi che accompagnano, l'ex Premier non riesce ad imbroccarne una nei suoi discorsi. 

Se un uomo si permette di scherzare sulle difficoltà di centinaia se non migliaia di italiani, sui morti che ci sono stati per disperazione dal mutare della situazione economica, che il segnale evidente del benessere è il fatto che non ce ne sia da oltre sei mesi, appoggiato dalle considerazioni di altro ospite che afferma che in fondo non c'è stata recludescenza di suicidi rimasti nella media, ho solo voglia di vivere in un Paese diverso. 

Senza parolai e reggimoccolo, o almeno che vengano allontanati dalle televisioni perché senza l'ausilio di Tribunali e denunce basti il buonsenso e il buongusto di capire quando una persona non è piu' presentabile nell'esprimere le proprie opinioni pubblicamente. 

Speriamo bene, che vada meglio. 

2 commenti:

  1. Anonimo15:03

    Sante parole! E mi chiedo fino a quando saremo costretti a sopportare questi tristi ed insulsi teatrini, fino a quando l'indignazione non avrà la meglio. Ogni giorno è un'occasione mancata per cambiare pagina, per dimostrare che alla maggioranza della gente questo modo di rappresentare il Paese non piace. Gaber cantava che "la libertà è partecipazione". Credo che solo così potrà andare meglio.

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  2. Anonimo@ Adoro Gaber e aveva ed ha attraverso le sue opere ancora ragione, prima della partecipazione abbiamo bisogno però di coscienza civica, 150 anni sono troppo pochi per costruire una vera identità, siamo ancora uno strascico dell'epoca dei Comuni.

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