venerdì, settembre 5

sesso, prostituzione, mercificazione del corpo





Presenterò ogni tanto articoli fatti da altri, riguardano diversi aspetti sul corpo e la sessualità, oltre a considerazioni su forme affettive che solitamente non trovano riscontro nel mio blog.

Partiamo con l'intervista della pornostar Valentina Nappi che si confronta con la giornalista Maria
 Latella sul numero 5 di micromega.

Direi che dopo un' attenta lettura non concordo con le idee di entrambe nella loro quasi totalità, però è sempre un bene mostrare chi non la pensa come noi.





Il tema generale di questo dialogo è il corpo delle donne fra libertà e sfruttamento.
Affronteremo sia la questione dell'uso del corpo femminile sui media fino all'idea di mercificazione del corpo in maniera meno eterodiretta, cioè la prostituzione e la pornografia.

Valentina Nappi sul suo sito ha pubblicato un testo, in cui sosteneva che il problema della mercificazione del corpo della donna si risolveva ponendo fine alla disparità di accesso al sesso occasionale, accesso che sarebbe penalizzante per gli uomini. Una disparità in cui le donne infatti sarebbero in una posizione di forza grazie al "potere sessuale" femminile.

Potere che "sfrutta" il desiderio maschile e che vuole controbilanciare proponendo un' accessibilità universale e paritaria al sesso occasionale.

In questo stesso testo, come primo passo per mettere in pratica questa idea, Valentina Nappi offriva una masturbazione gratis a qualunque uomo gliela chiedesse.

Una disponibilità, precisava, non per carità ma per giustizia.

Valentina Nappi:

La masturbazione è il gesto sessuale più universale e dovrebbe essere il più diffuso perché permette di dare piacere senza la necessità di preservativi e altre misure di protezione anticoncezionali. Il bello della masturbazione è che puoi masturbare chiunque senza porti problemi. La masturbazione reciproca dovrebbe divetare normale, come prendere un caffè insieme, ed ovviamente non posso offrire caffè a chiunque, però se capita lo faccio volentieri. Detto questo è innegabile che tra uomini e donne ci sia un assimetria evidente, perché per le donne il sesso ha uno status speciale, non è considerata come qualunque altra attività come dorebbe essere. 

Maria Latella: 

Posso chiederle esattamente che cosa intende per potere sessuale esercitato dalla donna? 

Valentina Nappi: 

   La questione è molto più generale, ha a che farecon le gerarchie comunitarie, come evidente termine polemico del comunitarismo, come ad esempio quello di Michael J. Sandel. La mia idea è che l'origine di ogni potere risiede nel senso di comunità, ed allinterno di un gruppo (dalla squadra sportiva a compagini molto più ampie) tutto quanto concorre al senso di comunità è inevitabilmente legato al potere. Faccio un esempio per spiegarmi meglio: nel film Jersey Boys, di Clint Eastwood, dedicato alla storia dei Four Season, c'è una scena in cui uno dei protagonisti, Tommy de Vito, che è il più anziano del gruppo, presta la macchina a Frankie Valli perché possa portare fuori una ragazza incontrata in un locale e De Vito non dando le chiavi subito fa un tira e molla come fosse un bambino, o come fanno spesso le donne con gli uomini. Qualcuno potrebbe dire che fosse un modo per cementare lo spirito di gruppo, il senso di comunità, ma si ravvisa anche un elemento cruciale di potere, lesibizione.. Il poter dare o meno qualcosa di cui questi ha bisogno o che desidera fortemente. Spesso lo stesso effetto si ottiene imponenedo un'attesa. Al liceo c' era una mia amica che mi diceva: " Questa settimana hai fatto sesso con tre ragazzi diversi, non puoi farlo ancora con qualcun altro" e io rispondevo:" Ma scusa se aspetto un mese cosa cambia?". Tutto è dovuto a svariate regole non scritte che stabiliscono i comportamenti che una donna deve adottare al fine di...

Maria Latella: 

Mantenere quel potere?

  Valentina Nappi:

Esatto. Frank Matano fece un esperimento, un ragazzo bellissimo chiedeva a 100 ragazze avessero voglia di fare sesso con lui, quasi tutte risposero di no, persino ragazze veramente brutte, alle quali difficilmente sarebbe mai capitato nella vita uno così bello! Solo una ha detto forse. Nell' esperimento contrario, dove una ragazza carina ma non particolarmente bella, chiedeva a 100 ragazzi se avevano voglia di fare sesso quasi la metà ha risposto sì. Ecco, in questo consiste il "potere sessuale" delle donne. 

Maria Latella: 

Credo sia necessaria una premessa. Noi stiamo parlando di sesso mentre aumenta esponenzialmente il numero di coloro che non lo praticano più, semplicemente perché non interessati. Stiamo parlando di sesso come se fosse un elemento di trasgressione, mentre da almeno trenta anni non lo è per niente. Sull' adulterio John Updike ha costruito la sua fortuna da scrittore, sui rapporti multipli negli anni 60 sono stati scritti centinaia di saggi, di sceneggiature, di testi teatrali. Il problema non è parlare del sesso e renderlo accessibile, è come far tornare alla gente la voglia di fare l'amore, perché per fare sesso oggi ci si impasticca, si sniffa cocaina, ci si ubriaca, tutto per alimentare quel desiderio che è molto, molto calato. 

 Valentina Nappi: 

Il problema non è se e quanto si fa sesso, ma il fatto che se ne parli, perché ad esempio a Dubai sicuramente si fa moltissimo sesso, ma non se ne parla affatto.


 Maria Latella: 

Forse se ne fa moltissimo proprio perché non se ne parla. Se c'è una cosa che ha bisogno di mistero quello è il sesso. In trenta anni nella società occidentale non abbiamo fatto altro che sbatterlo su tutti i video e le case alle 3 di pomeriggio. Depotenziandolo totalmente. 

 Valentina Nappi: 

In tutti i video e in tutte le case abbiamo sbattuto simboli del potere in realtà, non il sesso, che è diverso. Ci abbiamo sbattuto modelle che intervistate hanno dichiarato la loro eternà fedeltà ai "valori tradizionali", al sesso "mai senza amore" e all' ideale (fascista e anacronistico) di famiglia numerosa. Ovvero il sesso in quell'ambito di regole comunitarie di cui parlevamo prima. Quanto a quello che accade a Dubai, non credo sia una situazione desiderabile, o no? 
Sarebbe nel nostro caso un tornare indietro. Durante il fascismo probabilmente si faceva più sesso, ma la donna era soltanto moglie o prostituta. Il problema è il rapporto tra la dimensione pubblica e quella privata. Ho amici totalmente disinteressati al sesso che però sostengono pubblicamente l'emancipazione sessuale. 

Latella sosteneva che il problema non è tanto di sdoganare o favorire una libera attività sessuale, perché questo in realtà è già nelle cose; almeno nelle civiltà occidentali, che la continua ostentazione, esposizione al sesso la depotenzia, mentre Valentina Nappi insiste sul fatto che in realtà c'è ancora un forte tasso di repressione, che affliggerebbe in particolar modo gli uomini più che le donne. 

  Valentina Nappi: 

In realtà affligge entrambi in maniera diversa. 

Insomma bisognerebbe tornare all' idea del sesso come bere un bicchiere d'acqua?

 Valentina Nappi: 

No non direi tornare, perché purtroppo il sesso "come bere un bicchiere d'acqua" non c'è mai stato. Si tratta semmai di pervenire veramente ad una società in cui trovare partner sessuali sia anche per i maschi più facile, come trovare persone con cui giocare ad un popolare gioco da tavolo. E' disonesto intellettualmente affermare che sia già così o che sia già stato così qualche anno fa. 

Uno dei fenomeni più tradizionalmente soggetti all'idea di mercificazione del corpo femminile è la prostituzione. Su questo Valentina Nappi in coerenza con le idee espresse sulla disparità di accesso al sesso libero lo equipara all'usura, perché in entrambi i casisi sfrutta il bisogno grazie al proprio "potere". E' un'idea profondamente in contrasto, sia con il senso comune, sia con le legislazioni di altri Paesi, che vedono le prostitute solitamente come le vittime. 

 Valentina Nappi: 

Io credo che le vere vittime siano gli uomini. Le donne spesso scelgono di fare le prostitute, molte di loro poi sono consapevoli del proprio status parlano spesso di spennare il "pollo". Le sex workers sfruttano il desiderio maschile, il bisogno dell' altro. Non forniscono un servizio che sono in grado di offrire in virtù di un particolare studio, allenamento o in virtù di particolari doti naturali, è pura usura, perché sfruttano il differenziale di accesso al sesso occasionale tra chi ha la vagina e chi ha il pene. Non è che uno va a prostitute per avere un servizio particolare, cisi va per fare semplicemente sesso. Questa sì che è una forma di mercificazione. 

 Maria Latella: 

Io distinguerei tre aspetti della questione. Il primo è il fenomeno della prostituzione in senso stretto, ossia il rapporto prostituta- cliente uomo, rientra nella storia dell' essere umano e ha caretteristiche che si sono mantenute simili nel succedersi nei secoli e a tutte le latitudini. La prostituta per strada a Milano, e quella dei quartieri a luci rosse di Amburgo offrono dei servizi analoghi, talvolta utili alla società perché aiutano ad allentare le tensioni sociali. A loro si rivolgono le persone che hanno difficoltà a relazionarsi con le donne, uomoni che hanno bisogno di fare sesso conpulsivamente e via elencando situazioni e motivazioni differenti. Rispetto a questo primo aspetto si può discutere sull'opprtunità di pagare le tasse, anche considerato l'immenso giro di affari che fa capo al settore. Il secondo riguarda le condizioni in cui le prostitute si trovano ad operare. Molte non hanno scelto liberamente di fare quel lavoro, sono ricattate dalla criminalità organizzata, sostanzialmente prive di della libertà. Questa non è prostituzione, è schiavitù a cui noi giriamo la testa dall'altra parte. Il terzo aspetto è quello che chiamerei la prostituzione collettiva, l'atteggiamento che si estende in maniera abnorme il do ut des tipico della prostituzione. Un fenomeno che negli ultimi trent' anni, non solo in Italia, è andato diffondendosi insieme al concetto "greedy is good", l'avidità è buona. Nel nostro Paese lo abbiamo visto applicarsi con particolare intensità, spiegando l'elevato tasso di corruzione che mette l' Italia in testa alla sgradevole classifica dei Paesi occidentali più  corrotti. Che cos'è se non disposizione mentale alla prostituzione quella di venir meno ai propri doveri di amministratore pubblico e farsi corrompere per approvare una delibera? Non è prostituzione quello che usa il proprio potere per costruirsi patrimonio do case, conti all' estero, barche, beni di cui altrimenti non avrebbero mai disposto? E' un fenomeno recentemente evocato anche da papa Francesco I. Il papa ha parlato di avidità senza limiti, pare evidente il legame tra questa ossessione per il possesso dei beni e la mercificazione del corpo delle donne. Come se si fosse perso totalmente il senso della gerarchia delle cose importanti e dei valori, riconoscendone sostanzialmente uno solo, il denaro, le cose. 

 Valentina Nappi: 

Siamo sicuri che una volta ci fosse meno corruzione o so tratta della solita retorica? 

Maria Latella: 

Ho più anni di lei Valentina, sono cresciuta nell' Italia in cui fino agli ottanta, la piccola come la grande borghesia aveva chiaro il senso delle regole. Se mio padre mi avesse mai visto parlare con un condannato per qualsiasi reato mi avrebbe preso a schiaffi per strada e rimandata a casa.  Fino agli anni ottanta una diffusa riprovazione sociale impediva di invitare a cena un condannato, non si andava alle feste o al ristorante con chi aveva inchieste per corruzione, eraun mondo totalmente diverso. 


 Valentina Nappi: 

Mi chiedo: che rapporto ci sia tra il presunto decadimento degli ultimi trenta anni e il senso di comunità?

 Maria Latella: 

Bella domanda. Mi verrebbe da dire che il principio del "ciascuno si faccia i fatti propri", "tu pensa ad arricchirti e gira la testa dall' altra parte che io penso ad arricchirmi, girndo la testa dall' altra parte", ha fatto venir meno il senso di comunità. I fenomeni come la corruzione, come altre questioni che vanno ricondotte al senso di far parte dello stesso Paese. Penso al libro di Hillary Clinton, Ci vuole un villaggio per crescere un bambino rispetto all' indifferenza che regna anche nei piccoli centri di fronte ai ragazzini ubriachi di tredici anni il sabato sera. 

Tornando alla prostituzione, come si spiegano approcci legislativi così diversi? Per fare un esempio, due Stati che consideriamo molto progrediti e vicini geograficamente, condividendo il modello sociale della socialdemocrazia, Svezia e Germania, hanno optato per sistemi completamente diversi. La Svezia è proibizionista, che è basato sulla criminalizzazione della clientela e non della prostituta, che viene considerata  vittima, mentre la Germania - come l' Olanda e altri Paesi- ha scelto la via della della legalizzazione, con un approccio fondato sulla libera scelta di entrambi gli attori e sull' idea del protagonismo delle / i sex workers. In quanto lavoratori capaci di rivendicare diritti e doveri.  
  


Maria Latella:


Con i diritti arrivano anche i doveri, per esempio di pagare le tasse. 

In Italia abbiamo in vigore la legge Merlin che abolì le Case Chiuse e ciclicamente la politica affronta questo tema, che dal '58 non è riuscita a rimettere mano alla questione.Ammesso che si pensi che ce ne sia bisogno. 
 Maria Latella:

Non mi stupisce, non c'è una sola questione che l'Italia abbia affrontato e risolto negli ultimi quaranta anni. Il tema della prostituzione nello specifico è stato affrontato di tanto in tanto, in mancanza di altro, per fare campagna elettorale. La Lega Nord ha chiesto e richiede la riapertura delle Case Chiuse, come Livia Turco del PD che a suo tempo si era detta favorevole alla soluzione. In Svezia forse l'approccio che punisce i clienti e sostiene la prostituta/vittima riflette i mutamenti legati alla massiccia immigrazione. La Svezia è uno dei Paesi più libertari, praticare liberamente il sesso è cosa assolutamente normale anche prima degli anni Sessanta. All'epoca del boom economico i ragazzi italiani ne organizzavano spedizioni con il dichiarato scopo di approfittare di una libertà dei costumi impensabile in patria. La scelta di punire il cliente, adottata più recentemente, potrebbe essere legata alla nuova immigrazione che ha portato giovani controllate dalla criminalità. Mi pare si torni al legame prostituzione/schiavitù a cui accennavo prima. Del resto è quello che accade in Italia, anche da noi prostituzione e immigrazioni clandestine sono connesse e se non si affronta, il problema immigrazione, sotto tutti i suoi aspetti, si potrà fare ben poco per il problema prostituzione. Certo sarebbe interessante sapere se e come è cambiato il giro degli incassi frutto della prostituzione, capire se e come la crisi economica si riflette su questo redditizio business. Eurostat ha proposto di inserire i proventi di prostituzione, gioco d'azzardo è altre fonti derivanti dal crimine dal crimine nel P.I.L. dei vari Paesi. Probabilmente la prostituzione è una fonte  di guadagno che non conosce crisi. 
  
Valentina Nappi: Non so se è davvero così, quel che è certo è che se ci fosse la parità dei sessi ci sarebbe sicuramente una crisi della prostituzione. 

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L' articolo evidentemente continua esplorando altri temi a mio avviso meno interessanti. 

Per questo e per invogliare a comprare la rivista, vi consiglio una lettura.


 


  
 


  


3 commenti:

  1. Anonimo17:31

    Ora, senza voler entrare nel merito della totalità delle tematiche affrontate, devo dire che noto una certa superficialità nella modalità di affrontare l'argomento sesso. In primo luogo, è totalmente assente la questione affettiva, mi sembra che ci sia una visione molto "spersonalizzata" e "meccanica" del sesso in cui è assente ogni scambio tra i partner e in cui tutto si riduce ad accumulare esperienze e partner.

    La società di cui la Nappi parla, in cui ognuno possa trovare il partner sessuale senza difficoltà, mi sembra un po' un ingigantimento alla novantacinquesima potenza della visione dei film porno in cui c'è solo sesso e non c'è affetto, non ci sono sentimenti, non c'è niente. Il che non mi sembra geniale, sopratutto oggi che molti ragazzi di entrambi i sessi sembrano avere problemi nella relazione interpersonale con l'altro. Magari fanno sesso, ma non hanno difficoltà dal punto di vista affettivo e relazionale.

    Mi sembra che comunque tutto sia molto semplificatorio: l'"esperimento di Frank Matano" (mi auguro che non si tratti dello youtuber ma di un suo omonimo) non funziona semplicemente perché uomini e donne funzionano in modo diverso, si eccitano per cose diverse e cedono a modalità di corteggiamento diverse.

    Comunque, devo dire che forse di base c'è da parte mia un forte pregiudizio contro la Nappi, che sembra ridurre ogni cosa di cui parla (dall'economia europea alla sessualità) a una visione pornografica da adolescente.

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    1. Anonimo17:32

      *soprattutto, non sopratutto

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    2. La questione posta dalla Nappi è alquanto interessante e per me effettivamente nuova, forse non pienamente colto dato che è un estratto, che ritenevo esaustivo, del valore intrinseco che viene dato allì organo riproduttivo femminile riguardo a quello maschile.

      Il disporre liberamente del proprio sesso anche con più partner nelle risposte e nelle esperienze di molte donne che etichettano le altre come "zoccole" sta nel rapporto domanda-offerta che è proprio di un mercato dove si scambiano i beni.

      Più sei disponibile a condividerlo senza una contropartita sentimentale o materiale più gli altri si sentono in diritto di redrguire perché appunto stai svalutando un bene.

      Questa sorta di scambio porta ad una disparità nel trattamento e nell' uso del sesso da parte dell' uomo, che non gode per ovvi motivi delle stesse caratteristiche, una sorta di surplus che non rende il rapporto paritario ma di sudditanza l' uno verso l' altro.

      Non è una questione di sentimenti ma di rapporti di forza.

      Estende il suo ragionamento fino al mercimonio vero e proprio, nella parte mancante sulla pornografia ad esempio, proponendo la visione che se il sesso femminile fosse trattato alla stregua di quello maschile la prostituzione non esisterebbe perché non c'è nessun valore sperequativo da far valere come il sesso.

      Non ho letto una questione sentimentale, che lei non accenna o non nega, ma una visione particolare della parità sessuale, quella orgasmica.

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