sabato, luglio 30

matrimonio gay o unione civile




Ho letto questa mattina un articolo su Wired, dove praticamente si porta avanti la teoria secondo cui per correttezza di cronaca le varie notizie che riportano delle prime unioni gay e dei vari ostracismi se ve ne sono da parte di alcuni sindaci politicizzati, non dovrebbero chiamarsi matrimoni ma unioni civili.


Devo ammettere di non poter dare torto a quanto scritto in linea di massima sia a chi si impone di riportare la notizia al giusto alveo della cronaca in quanto trasmissione di fatti accaduti, sia con gay. it, che apertamente attraverso la lingua decide di farne una lotta politica:

 ha spiegato qualche giorno fa: “Le parole sono in grado di determinare il nostro atteggiamento verso la realtà. Di creare futuro. Di disporci in un certo modo. E possono diventare, in questo senso, un vero e proprio strumento politico”, si legge nell’articolo. “Il matrimonio per ora ci è stato negato, vero. […] Eppure noi qui, sul nostro portale, usiamo la parola matrimonio perché per noi di questo si tratta.



Dipende dall' uso che vogliamo fare della lingua, quale traguardo ci si prefigge nel veicolare notizie ed eventi secondo una certa lettura della realtà; cosa che già avviene per le testate di vario genere tra l' altro.

Si chiama linea editoriale, un elemento così importante che può portare all' allontanamento del giornalista o articolista che non rispetti le linee guida.

Onde ragion per cui l' assunto secondo il quale è scorretto parlare di matrimonio non ha alcun fondamento, tanto più che il portale stesso chiarisce per correttezza di avvalersi della parola per diffondere l' idea e abituare chi legge a considerare il matrimonio come alternativa valida alle unioni LGBT.

Di contro un atteggiamento del genere potrebbe rivelarsi un boomerang che colpisce proprio chi cerca di cambiare la situazione corrente. Leggendo di matrimoni e non di altro, rischi di desensibilizzare l' opinione pubblica più distratta, la maggioranza a parer mio, che non vi sia nulla da recriminare, che il traguardo si sia già raggiunto.

Si offre il fianco a coloro che già osteggiando le attuali unioni civili potrebbero appunto cavalcare la sensazione che si stia esagerando con le richieste e di fronte ad un cedimento della classe politica e di una certa minoranza sociale e ci si trovi di fronte a degli ingrati.

In pratica l' articolista di Wired potrebbe avere ragione alla fine, ma perora la sua causa per il motivo sbagliato, altrimenti basterebbero le agenzie come Ansa, Agi o AdnKronos per diffondere le notizie.

2 commenti:

  1. Anonimo12:40

    spesso i media si alleano col potere...se si è più onesti e coraggiosi ed autonomi è necessario usare le parole giuste al momento giusto senza barriere filtri o vecchie abitudini di regime...questo deve succedere anche se una persona la pensa al contrario di altre...è ovvio però senza far scoppiare guerre...!! sei sempre attento al mondo civile e questo mi piace ti seguo sempre e ti mando baci baci baci e grazie tesoro

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  2. Tutto bene Trav? Grazie delle tue parole. Si tornerà ai libri al prossimo post, così metto a riposare le materie grigie.

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